Una guida completa che in 7 mosse ti permetterà di progettare una soluzione per il piede personalizzata.
Evita gli errori comuni, aumenta l’efficacia del tuo lavoro, scopri ora cosa puoi fare o non devi fare per avere subito un paziente soddisfatto.
1. Definisci al meglio la misura della calzatura
Hai mai pensato che noi uomini come gli animali, non siamo nati per portare le calzature? Il piede é dopo l’occhio il miglior strumento che usa l’uomo per relazionarsi con l’ambiente che lo circonda, chiuderlo dentro ad una scarpa stretta é il modo migliore per renderlo cieco. Ed allora prima di iniziare la progettazione del plantare propriocettivo, pensa subito che il tuo lavoro sarà tanto più efficace, quanto più preciso riuscirai ad essere nella definizione della taglia del piede. La nostra esperienza insegna che le calzature nel 38% dei casi si scelgono in base alla larghezza della pianta del piede e non in base alla lunghezza. Non é raro dover costringere il paziente a cambiare il punto di vista ricordandogli che non é il piede che deve adattarsi alla calzatura ma viceversa.
É buona norma in fase di acquisto, scegliere le scarpe provandole entrambe, perchè i piedi solitamente hanno grandezze un pò diverse. Si può togliere la soletta interna alla scarpa ed appoggiarla a terra, salendoci sopra saremo in grado di verificare se il perimetro del piede é contenuto in quello della soletta, ed allora saremo certi di essere sulla strada giusta. Il metodo Sprintit accreditato da Postural Equipe prevede la misurazione del piede con un apposito strumento che valuta la lunghezza in mm del piede in carico e la traduce in misura europea standard per le calzature (misura manuale).
Nella seconda fase di valutazione si può guidare il paziente alla scelta della calzatura idonea grazie alla scansione del piede sul podoscopio Led Podo Laser, che viene usata come base per la definizione della miglior stimolazione propriocettiva per quel piede. In questa fase, é il paziente stesso che si rende conto in prima persona di aver utilizzato scarpe strette, perché nessuno prima di te lo ha guidato ad una scelta consapevole.
2. Recupera le informazioni utili alla progettazione grazie alla diagnostica dei segni.
Ogni postura é l’espressione massima della relazione che ha quel corpo con l’ambiente che lo circonda. La diagnostica dei segni é quel processo osservazionale e deduttivo che ti permette di capire se esiste una relazione causa effetto, tra l’informazione errata che arriva dal piede, e l’espressione del corpo. Per avere una linea guida efficace e riproducibile, quando ti appresti ad effettuare la diagnostica dei segni dedicata al piede, ti suggeriamo di seguire il protocollo di analisi del Podoscopio Led Podo Laser. Per iniziare identifica il tipo di appoggio podalico: é simmetrico o asimmetrico? Dai un nome all’appoggio seguendo la scala internazionale. Nota bene: limitati in questa fase a valutare solo l’appoggio osservando il piede in carico da sotto. Qual’é la distanza tra i piedi? Sono stati disposti paralleli tra loro o in posizione libera? Se vuoi comparare nel tempo i dati, devi indurre la stessa posizione. Il punto che divide a metà la base del tallone é interno o esterno alla linea laser che hai proiettato da dietro sul tendine di achille? Il piede in statica é valgo o varo? Le ginocchia intraruotano o extraruotano? Sono flesse o iperestese? Il bacino é ruotato o traslato? Tutte queste informazioni o questi segni sono il risultato dell’atteggiamento posturale di quel soggetto.
É come guardare una roccia sulla quale cade una goccia per anni nello stesso punto. Essa apparirà diversa dalla roccia gemella nella quale é caduta la goccia in un altro punto. La vera domanda che devi porti in questo momento é: sono in grado di fare una ipotesi qui ed ora, per capire da quale direzione stava cadendo la goccia sulla roccia? Probabilmente la risposta é si. Ciò che osservi, sotto al centro di massa del soggetto, é il risultato dell’adattamento e compenso che quel corpo sta utilizzando per esprimere la propria relazione con l’ambiente che lo circonda. O meglio lo é nella stragrande maggioranza delle volte. Se sei alle prime armi, accontentati di risolvere la stragrande maggioranza dei casi, ragiona linearmente senza prenderti rischi inutili.
3. Definisci la correzione propriocettiva guardando la persona in dinamica globale.
La valutazione statica spesso é sufficiente a farsi una buona idea sulla correzione posturale che parte dal piede. Se desideri però approfondire e trovare conferme alle tue ipotesi, cambia ora il tuo punto di vista. Da prima osserva il piano scapolare del soggetto, é anteriore o posteriore? Per essere preciso osserva il filo a piombo tangente al piano gluteo verificalo prima a due dita a dx e poi a due dita a sx della linea interglutea.
Il soggetto é anteriore come nel 74% dei casi o posteriore? Se vuoi essere un ottimo professionista quando progetti il plantare non ragionare solo sul piede ma apri la tua mente e pensa dove hai voglia di portare quel piano scapolare. Ora chiedi al soggetto di rimanere in equilibrio su un piede e poi sull’altro. La stabilità é la stessa? Hai notato se il piede valgo tende a cadere internamente o se viceversa non segue la logica che ti aspettavi dall’osservazione statica?
Hai visto se quel bacino ruotato trova una corrispondenza con la combinazione asimmetrica dei piedi che avevi osservato?
Il buon posturologo é colui che riesce sempre a mantenere una vision d’insieme sul soggetto e sa, ad esempio, che farà fatica a correggere un bacino ruotato da sotto i piedi se non corregge l’occhio che lo ha causato.
4. Prova i tuoi stimoli clinicamente sul paziente e fagli sentire la differenza.
Ecco il momento che tutti stavano aspettando: tu che cerchi le tue conferme, il paziente che vuole stare meglio prima possibile, il collega scettico che non crede alla possibilità che uno stimolo inferiore ai 3 millimetri sotto al piede, sia in grado di normalizzare il tono delle catene muscolari, i famigliari o le persone che da osservatori esterni hanno potuto apprezzare la coerenza delle tue azioni, si aspettano tutti una soluzione evidente.
Ed allora é giunto il momento di dare una risposta a tutti: a te stesso in primis, al paziente, al collega, ai parenti. Un’azione semplice che mette tutti d’accordo. Prova gli stimoli personalizzati direttamente con il paziente sopra al podoscopio, usa l’immagine dello specchio per effettuare il posizionamento preciso mentre lo fai ricorda queste tre cose:
- Primo ragiona sullo stimolo propriocettivo come ad un ago che poni nella posizione in cui non vuoi che il piede vada. Esempio se hai un piede valgo lo stimolo sarà certamente nella zona interna del piede perché tu non vuoi che il piede cada dentro.
- Seconda regola l’altezza di sicurezza con cui stimolare é circa 1,5 mm se poi ti accontenti di lavorare con 1 mm nei soggetti ipersensibili e 2 mm nei soggetti in cui ti serve spingere un pò di più puoi mantenere un buon margine di sicurezza.
- Terza regola ogni stimolo che poni deve darti una modificazione tangibile nel test monopodalico o negli altri test clinici che hai deciso di fare. In questa fase delicata ricorda che la probabilità che il soggetto percepisca una variazione é molto alta se questo si realizza avrai tutta la sua fiducia, e di colpo raddoppierai la percentuale di riuscita del trattamento.
Ricorda che non sempre le persone sono in grado di percepire il loro errore, nel dubbio fidati della clinica e degli altri strumenti che hai a disposizione, in questo caso per risolvere la questione paziente vai dritto al punto 7 di questo scritto. Se ti stai chiedendo qual’é la posizione migliore per mettere quello stimolo, fatti guidare da SprintWare Medical eviterai gli errori grossolani che fanno i principianti.
Il software é in grado di mostrarti come e dove stimolare il piede in base all’appoggio podalico che hai fotografato in precedenza, le posizioni proposte sono quelle statisticamente più efficaci, ma se sei un medico ed hai buone nozioni di neurofisiologia puoi decidere di muovere gli stimoli a piacere e come il miglior sarto effettuare una correzione tutta su misura. Seguendo l’evento dedicato alla progettazione del plantare propriocettivo e biocettivo del percorso formativo Sprintit se lo desideri potrai apprendere ancor meglio posizioni ed aree da colpire alla luce delle nuove scoperte dei neuroscienziati.
5. Rimani nel tuo ambito legale di azione distingui ciò che é personalizzato da ciò che é su misura.
Gli unici professionisti che secondo la legge Italiana possono prescrivere il plantare su misura sono il medico ed il podologo. I tecnici ortopedici possono eseguire trattamenti ed ausili funzionali per il piede solo unitamente alla prescrizione medica. Per questa ragione é fondamentale che non ci sia perdita di informazione tra una figura professionale e l’altra. Per questo, é importante essere dettagliati e farlo in modo rapido, usando Sprintware Medical si può usufruire di un metodo certificato a norma con il nuovo GDPR che soddisfa a tutti i requisiti di affidabilità e rintracciabilità da esso previsti.
Se sei un fisioterapista o un tecnico ortopedico e non puoi effettuare una correzione senza prescrizione, allora ti suggeriamo di pescare dall’ampia libreria che trovi dentro al software Sprinware Medical, nella quale trovi soluzioni che vivono di vita propria in quanto sono state depositate nella banca dati del Ministero della Salute come dispositivi medici di classe 1, la cui funzione é stata correttamente documentata. Va da sè che una correzione di gamba corta che prevede una diagnosi medica non sarà contemplata dalle possibilità previste per le figure sanitarie minori.
6. É tutta una questione di comunicazione.
Se anche tu come noi sei convinto del fatto che il primo veicolo pubblicitario del tuo prodotto o servizio é il cliente soddisfatto, allora ricorda che: é tutta una questione di comunicazione. Attivare modalità comunicative agili che ti permettano di arrivare al tuo cliente in modo efficace é la chiave del successo. Usa un linguaggio semplice descrivi quello che sta succedendo passo passo, spiega quello che stai facendo nel modo più semplice che conosci. Adatta la tua comunicazione alla persona che hai dall’altra parte e nel dubbio mettiti sempre dalla parte del tuo interlocutore. Al termine della prestazione fai un riepilogo di tutto quello che avete visto insieme e per farlo usa immagini, schemi, usa la carta, é un buon mezzo per lasciargli qualcosa che potrà ricordare a casa e che a sua volta utilizzerà come veicolo del tuo servizio.
Prima di congedarlo scrivi una lista delle cose che bisogna fare insieme per essere efficaci, accertati di aver trovato dall’altra parte un complice, ricorda che chi non ha il desiderio di guarire non guarirà mai, non farti carico dei problemi degli altri, la salute non si compra con i soldi. Se hai già pensato a dei materiali di supporto da lasciare al paziente per rispondere alle domande ricorrenti, allora darai l’impressione di avere la risposta giusta e non di aver improvvisato al momento. Ricorda che il tempo tecnico dedicato alla visita é limitato, il tempo di attenzione del cliente é limitato, efficienza ed efficacia sono le parole chiave, la seconda é più importante della prima.
7. Amplifica il risultato atteso grazie agli esercizi propriocettivi
Vuoi chiudere alla grande il trattamento? Desideri un mezzo per amplificare il risultato del tuo plantare? É giunto il momento di giocare il Jolly! Stai lavorando sui riflessi? Ricorda che un riflesso é istantaneo e che esistono tecniche che ti permettono di rievocarlo. Le andature propriocettive che hai imparato al corso Piede Occhio sono uno strumento efficacissimo per arrivare all’obbiettivo. Hai una buona possibilitá che il paziente riesca a farle da solo a casa e si adattano a tutte le etá.
Ricorda 5 regole e 5 esercizi.
É sufficiente eseguirli 20 minuti al giorno tutti i giorni, vanno eseguiti senza scarpe o calze.
- sulle punte
- sui talloni
- interno del piede
- esterno del piede
- tacco punta
.
Non si tratta di un allenamento ma di attivazione di riflessi. Non ricordi le 5 regole? Ragiona partendo dalla testa ai piedi.
- Sguardo avanti
- Spalle dritte
- Mani sui fianchi
- Ginocchia alte piede sotto al ginocchio
- Piedi paralleli tra loro.
Hai di fronte una mamma svogliata ed un bambino che difficilmente prenderà l’iniziativa da solo? Gioca il Jolly numero 2 prescrivi l’acquisto di un bellissimo tappeto elastico o di un cuscino sul quale fare i salti, a volte le soluzioni più divertenti sono anche le più efficaci. Ricorda anche che per spiegare gli esercizi é necessario saperli fare, inizia subito é un buon strumento per mettersi immediatamente dalla parte del tuo interlocutore.
Approfondimento
Se desideri approfondire o stai cercando un corso per imparare a valutare il piede e a correggerlo partecipa all’evento che abbiamo organizzato per te.
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Egregi,
visto che fate della comunicazione un fatto insindacabile di cultura al paziente su chi può o non può DIAGNOSTICARE COSTRUIRE E PRESCRIVERE, allora è meglio che la comunicazione che andate ad espletare sia alquanto veritiera e non DISCORDANTE. Mi riferisco come primo punto a chi può prescrivere, il medico specialista sicuramente rientra nella pratica del titolo, ma anche il PODOLOGO può prescrivere per il suo paziente un presidio ortesico plantare (vedi l’articolo del profilo del MINISTERO DELLA SALUTE-Il Podologo è il professionista sanitario in possesso della Laurea in Podologia abilitato alla diagnosi, prevenzione e cura di tutte le patologie del piede.
Decreto del Ministro della salute n. 666 del 14 settembre 1994
Il Tecnico Ortopedico :HOMECHI SIAMOIL TECNICO
ORTOPEDICOAREA
PROFESSIONALEAPPROCCIO
AL MERCATOAGGIORNAMENTO
PROFESSIONALEINIZIATIVE
Tecnico OrtopedicoCorsi di LaureaCodice DeontologicoIL TECNICO ORTOPEDICO
Il D.M. 14/9/94 n° 665 individua la figura professionale del tecnico ortopedico con il seguente profilo: è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, su prescrizione medica e successivo collaudo, opera la costruzione e/o adattamento, applicazione e fornitura di protesi, ortesi e di ausili sostitutivi, correttivi e di sostegno dell’apparato locomotore, di natura funzionale ed estetica, di tipo meccanico o che utilizzano l’energia esterna o energia mista corporea ed esterna, mediante rilevamento diretto sul paziente di misure e modelli.
Fatta chiarezza su questo punto gli unici operatori che hanno “licenza” nel costruire presidi medici su misura e/o personalizzati sono queste due figure e NESSUN ALTRA, con una eccezione per il Tecnico Ortopedico che è L’UNICO abilitato alla costruzione di presidi medici di apparatoterapia Ortopedica (Busti per scoliosi, tutori aa.ii. e superiori, Protesi ecc…)
Partendo con questi presupposti logici reali e Ministerialmente riconosciuti si può attauare una INFORMAZIONE leale e non polemica.
Correva utile questo pernsiero che spero approverete e con la speranza che correggiate in tempi brevi le locuzioni ERRATE che non rispondono al principio di divulgazione corretta in ambito sanitario.
Cordiali Saluti
Dr. Massimo Armandi –
La ringraziamo per la precisazione abbiamo corretto il punto 5 del nostro articolo precisando che oltre al medico anche il podologo a norma di legge può prescrivere il plantare. Il tecnico ortopedico invece rimane la figura che si occupa della costruzione del plantare sempre e solo su prescrizione.
il podologo può prescrivere plantari e solette ma non può visitare una persona. ovvero non rientra nelle sue competenze professionali una visita medica ma solo una visita podologica. valutare vuol dire che il professionista non può far spogliare il paziente in quanto non in possesso di una laurea in medicina e chirurgia e nemmeno un master in posturologia abilita il podologo a visitare in senso stretto il paziente cosa che può essere fatta solo se in presenza di un medico. quindi si faccia CHIAREZZA anche su questo punto. ma prima di tutto devono essere i podologi a capire che non sono medici ed avere l’umiltà di inviare ad uno specialista casi di non loro competenza (v.scoliosi ed altre patologie del rachide).