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8 errori da evitare quando si avvia un servizio di posturologia

Parti con il piede giusto, evita gli 8 errori più comuni.

Far crescere il proprio servizio di posturologia é un impresa notevole, sono tante le cose da mettere insieme, ognuna delle quali svolge un ruolo importantissimo nel decretare il successo o il fallimento di un progetto molto ambizioso.

Ci sono comunque una serie di errori comuni che aumentano di molto la possibilità di fallire. Nella lista sotto troverai quelli che abbiamo avuto modo di notare più spesso in questi anni di attività. Molti dei nostri clienti, ci hanno ringraziato per questo piccolo report che oggi vogliamo condividere con te.

1. Aspettare la fine del corso per iniziare a fare pratica.

E’ successo a tutti almeno una volta di rimandare la pratica alla fine del corso, sopraffatti da quella sensazione di inadeguatezza, propria di tutte le cose che abbiamo appena iniziato a studiare. Ebbene si, questo e l’errore più ricorrente, che si merita il primo posto della lista. Ricorda che non sarai mai abbastanza pronto per iniziare a praticare la posturologia e quindi: o inizi a  “sporcarti le mani” dalla prima lezione o rischierai di perdere tantissimo tempo prezioso.

Non c’é modo migliore di imparare a fare una cosa, se non quello di farla.

Inoltre ricorda che presentarsi alla seconda sessione con alcuni casi studio già pronti, ti permetterà anche di arrivare di fronte ai docenti con qualche bella domanda pratica, a cui saranno lieti di rispondere. Per non parlare poi, del miglioramento che tu stesso potrai apprezzare, nella tua  capacità di riuscire a collegare agilmente gli argomenti della prossima lezione con quelli precedenti.

2. Valutare il paziente in fase algica.

Te lo avranno ripetuto frequentemente al corso, però vale la pena di ripeterlo ancora: il 95% delle volte che proponi o proporrai il tuo servizio di posturologia, avrai dall’altra parte un paziente che é venuto da te perché, ha avuto o ha, dolori ricorrenti e quindi si aspetta una soluzione veloce.

La cosa peggiore che puoi fare é iniziare a fare subito una valutazione posturale pur di soddisfare le sue aspettative . La possibilità di commettere errori di valutazione in questi casi é altissima, probabilmente quel paziente sarà un paziente al quale non risolverai il problema. A questo punto avrai dato origine al tuo primo cliente scontento che da subito inizierà a farti cattiva pubblicità.

Prima di procedere con la valutazione posturale e correzione, é necessario togliere il dolore agendo sul sintomo, solo dopo potrai concentrarti sulle cause che lo hanno generato, sarai così in grado di risolvere il problema alla radice. E’ fondamentale che il paziente capisca bene questo concetto e quindi a livello di comunicazione devi trovare il canovaccio espositivo migliore per spiegare questa importante scelta terapeutica/metodologica che ti farà fare una grossa differenza.

Ultimo consiglio se il paziente non accetta questa condizione minimale, lascia perdere! Non farti carico di problemi che non sono tuoi.

3. Far credere al paziente che la posturologia é in grado di guarirlo in un paio di sedute.

La posturologia é una disciplina che dà risultati nettamente migliori in termini di tempo se il paziente é stato coinvolto emotivamente nel processo di riprogrammazione posturale globale. Anche se diventeremo bravissimi, non saremo però mai in grado di risolvere un problema posturale in una/due sedute, al corso ti hanno spiegato bene perché.

Non commettere quindi l’errore di promettere soluzioni rapide a problemi che nella maggior parte dei casi, gli altri non sono riusciti a risolvere.

Proponi sempre ai tuoi pazienti un percorso di lavoro pianificato, per coinvolgerli attivamente nel processo di guarigione. Chiedi a loro di accettare il vostro patto di collaborazione, avrai cosí iniziato il rapporto con il piede giusto, perché avrai trovato dall’altra parte un ottimo alleato.

Usa criteri oggettivi per monitorare lo stato di avanzamento e se necessario ripianifica i tuoi tempi di intervento. Avrai pazienti presenti e soddisfatti.

4. Svendere il servizio

Molti neoposturologi commettono l’errore di collocare il loro servizio di posturologia nella fascia di prezzo medio bassa. Specie all’inizio hanno la pretesa di proporlo ad un prezzo basso, attendendo il momento in cui saranno diventati piú “bravi” per alzare i prezzi. Il primo effetto collaterale del prezzo basso é che non dai valore a quello che fai e ti collochi nel mercato di quelli che poi faranno anche gli sconti pur di vendere. Il secondo effetto collaterale é che: se alzi i prezzi dopo, sarai diventato quello caro.

Prima di decidere il prezzo del tuo servizio prova a chiederti: quanto tempo dedichi alla visita? Quanti soldi hai investito nella tua formazione? Ricorda che la posturologia non é la soluzione a tutti i mali del mondo, peró un bel pó di problemi li risolve, in modo efficace e permanente. Quindi metti giá in conto che non vedrai quel paziente decine di volte come quando tratti solo i sintomi, motivo in piú per dare valore a quello che fai.

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5. Focalizzarsi sui tecnicismi e perdere di vista la comunicazione con il paziente

il posturologo efficace é colui che mantiene alto il livello di comunicazione con il paziente.

Sopratutto in fase di startup devi prendere dimestichezza con tutti i test clinici e strumentali mantenendo i tempi della visita compatibili con la capacitá di spesa del paziente che hai davanti, quindi devi essere abbastanza rapido, ma allo stesso tempo preciso, per avere la certezza di quello che stai facendo.

Può succedere che il neofita preso da tante cose da fare, perda di vista l’aspetto comunicativo. E’ quindi importante trovare una modalitá espositiva che ti permetta di spiegare in modo efficace tutto quello che stai facendo al paziente durante la visita. Al termine della seduta dedica tempo per fare un riepilogo e per rispondere alle eventuali domande.

Attenzione: internet ha reso le informazioni accessibili a tutti in qualsiasi momento, arrivano a noi pazienti sempre più informati ed alle volte anche disinformati perché la capacitá di discernere ciò che é buono o non buono nella moltitudine di informazioni che riceviamo, non é competenza che appartiene a tutti.

Una buona idea per accorciare i tempi della visita, consiste nel costruire un modulo con tutte le domande ricorrenti, per rispondere agli eventuali dubbi utilizzando la risposta più efficace. Cercare e sottolineare la risposta assieme al paziente nel modulo che poi gli lascerai, ti permette di aumentare il tuo livello di produttività passando il messaggio che non stai improvvisando risposte, ma stai informando e formando allo stesso tempo.

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6. sottovalutare l'oggettivazione strumentale.

Chi è il miglior alleato del posturologo? E’ certamente qualcuno o qualcosa che gli permette di confermare la propria scelta clinica in modo oggettivo. Se pensi che la visita posturale si possa condurre oggi, solo armati di occhiometro e filo a piombo, hai certamente un problema.

Trattandosi di una disciplina che si colloca ancora nella categoria delle medicine che integrano quella convenzionale, o nelle cosiddette medicine alternative, ecco che è ancora più importante dare evidenza oggettiva a quello che si sta facendo.

Scegli quindi un buon strumento che ti permetta di confrontare a distanza di tempo le modificazioni della postura. Scegli un partner tecnologico che non si limiti a proporti una macchina ma che si occupi anche della tua formazione strumentale, ma specie e soprattutto: prima di ogni acquisto verifica i criteri di riproducibilità dell’esame che stai acquistando.

Chiedi al tuo consulente di fiducia di effettuare almeno tre misurazioni della TUA postura in istanti molto vicini e chiedigli di confrontarle per sapere se gli indici che ti propone la macchina, sono realmente utili alla valutazione che sei in procinto di proporre.

Se scegli bene la strumentazione ed impari ad usarla al meglio, anche il paziente più scettico non potrà far altro che darti ragione di fronte all’evidenza.

Ps: ricorda di scegliere uno strumento che ti permetta di valutare la postura nella sua interezza, evita l’errore comune di concentrarti solo sull’appoggio del piede.

7. Non attivare da subito i canali di vendita e promozione del servizio

Oggi sul mercato vince non solo chi è più competente, anzi vorremmo dire che la competenza è una cosa che ormai tutti danno per scontata, non puoi nemmeno essere sul mercato se non sei competente. Vince chi sa proporsi meglio ma anche chi è più veloce a farlo. I canali di vendita e promozione del tuo servizio dovrebbero essere stati pianificati ancor prima di iniziare il corso di posturologia.

Se non lo hai ancora fatto attiva subito percorsi che diano visibilità al progetto che sei in procinto di far decollare. Se pensi ancora che il passa parola nel 2016 sia il tuo unico alleato, allora potresti incorrere in uno degli errori più comuni.

Essere presente su internet, sui social, attivare canali di inbound marketing o di lead generation possono farti fare una grossa differenza, con investimenti veramente piccoli.

Se hai poco tempo rivolgiti ad uno specialista, ma prima di farlo, pensa bene al tuo messaggio unico di valore, quale è il motivo per cui dovrebbero scegliere te piuttosto che un tuo concorrente? Quali sono le cose diverse che fai solo tu e che difficilmente troveranno dagli altri?

8. Dare troppo valore al plantare propriocettivo

Sappiamo tutti che la soletta propriocettiva è una terapia che da buonissimi risultati. Il livello di gradimento del paziente è molto alto perché la mette sotto il piede la prima volta e poi non ci pensa più, quindi è una delle cose più facili da fargli fare.

Errore comune è pensare che la soletta da sola sia in grado di risolvere tutti i problemi della postura. Conseguenza logica per il paziente è che pensa di non aver più bisogno dello specialista e magari finisce con il comprarsi un “plantare propriocettivo prefatto” su internet. In un mercato in cui si cerca sempre più di semplificare la visita ed il trattamento, proponendo solette prefatte che vanno bene per tutti i pazienti, succede spesso che a turno moglie marito e figli escano dal posturologo tutti con la stessa soletta al piede, ed allora la domanda che sorge spontanea è: quale è il valore aggiunto che mi ha dato lo specialista? Evita di fare questo errore madornale che rende la tua consulenza a basso valore aggiunto. Si tratta solo di un problema di comunicazione.

Soluzione 1: dedica tempo a trovare la miglior stimolazione propriocettiva per quel paziente, dai valore alla soletta personalizzata come strumento che amplifica la tua capacità di trovare la miglior soluzione per il paziente che hai davanti, il tuo know how diventerà valore aggiunto.

Soluzione 2: se la tua professione non ti permette di proporre una soletta personalizzata cambia il modo di comunicare con il paziente, spiegagli bene che la soletta è solo un ausilio ma che da sola non fa nulla!!!

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